Il tratto gastrointestinale comprende un contenuto fecale caratterizzato da più di 1012 batteri per grammo di feci, che insieme ad altri piccoli microrganismi come virus e funghi compongono il “microbiota intestinale”. Agendo come barriera nei confronti di microrganismi patogeni, modulando la risposta immunitaria ed esercitando funzioni metaboliche, il microbiota intestinale ha un ruolo cruciale sullo stato di salute dell’ospite. Viene considerato sano un microbiota composto da diverse specie microbiche, ciascuna costituita da un buon numero di unità, con prevalenza di quelle benefiche per l’uomo e in equilibrio tra loro e con l’intestino che li ospita (eubiosi). Variazioni della sua composizione e dell’omeostasi intestinale (disbiosi) son associati all’insorgenza e alla progressione di diverse patologie del tratto gastrointestinale e non solo.

La formazione dell’ecosistema del microbiota intestinale è un processo complesso e continuo che ha inizio già nell’ambiente fetale dal rapporto madre-figlio. La ricercatrice americana Kjersti Aagaard e il suo team nel 2014 hanno dimostrato, contrariamente a quanto si pensava, che la placenta non è un luogo sterile, seppur in piccole concentrazioni sono presenti dei microbi che arrivano al feto. Tuttavia, l’evento cardine della colonizzazione microbica si verifica alla nascita, dove i fattori ambientali svolgono un ruolo dominante: la modalità del parto, di allattamento e lo svezzamento influenzano significativamente la biodiversità del microbiota che si sta formando.

L’allattamento al seno costituisce un’occasione fondamentale per lo scambio di microbi tra mamma e neonato e lo sviluppo di un microbiota ricco di tante specie diverse, nonché lo sviluppo di un buon sistema immunitario. Il latte materno modifica la sua composizione nel tempo e anche nel corso della stessa poppata per meglio adeguarsi alle necessità di crescita del neonato rendendo la sua formula unica ed inimitabile.

Alcuni componenti del latte naturale, nello specifico oligosaccaridi materni (OM) raggiungono il colon intatti e fungono da substrati metabolici per specie batteriche appartenenti al genere Bifidobacterium producendo lattato, acetato, formiato e 1,2-propandiolo che sopprimono la crescita di patogeni opportunisti appartenenti a Clostridiaceae, Enterobacteriaceae e Staphylococcaceae.

I neonati alimentati esclusivamente con latte artificiale, invece, possiedono un microbiota diverso, caratterizzato da una ridotta presenza Bifidobacterium che utilizzano OM e da un aumento delle specie di Clostridium ed Enterobacteriaceae. Queste osservazioni sembrano essere correlate alla mancanza di OM e al maggiore contenuto proteico delle formule artificiali.

L’allattamento al seno, principalmente per la presenza di OM, favorisce la colonizzazione dei bifidobatteri benefici ed è in grado di sostenere lo sviluppo del sistema immunitario e di prevenire le infezioni anche nel lungo termine. Al contrario, le formulazioni artificiali sono state correlate alla crescita di patogeni opportunisti e al metabolismo proteolitico dell’intestino, causando potenzialmente effetti negativi sulla salute.

Emerge, dunque, come già dalla nascita le scelte alimentari influenzino il nostro microbiota. Tuttavia, la composizione di quest’ultimo è dinamica e subisce continui cambiamenti nel corso della vita; pertanto è opportuno costruire sane abitudini già dalla nascita al fine di preservare un buon stato di salute.

Fonti

1. Elisabetta Di Profio, Vittoria Carlotta Magenes, Giulia Fiore, Marta Agostinelli, Alice La Mendola, Miriam Acunzo, Ruggiero Francavilla, Flavia Indrio, Alessandra Bosetti, Enza D’Auria, Elisa Borghi, Gianvincenzo Zuccotti, and Elvira Verduci, 2022, Special Diets in Infants and Children and Impact on Gut Microbioma, Nutrients, 14(15), 3198.
2. Vantaggi allattamento_Salute.gov.it
3. Flora intestinale, microbiota e microbioma_ISSalute